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Cosa cambia tra birra analcolica e birra 0.0% alcool?

Negli ultimi anni, il mercato delle birre 0.0% alcool è cresciuto in modo significativo ed in molti si chiedono quale sia la differenza tra birra analcolica e birra 0.0% alcool spinti da una maggiore attenzione alla salute, alla sicurezza stradale o dalle esigenze di alcuni consumatori come ad esempio gli sportivi o le donne in gravidanza.
Tuttavia termini come “birra analcolica” e “birra 0.0% alcool” spesso vengono confusi in quanto potrebbe erroneamente apparire come sininimi.
In questo articolo ho deciso di approfondire le differenze tra queste due categorie di birra sia dal punta di vista dei consumatori, in modo che possano compiere scelte consapevoli, sia dal punto di vista delle aziende produttrici che devono immettere sul mercato etichette conformi.
Birra analcolica: definizione legale
In Italia, la denominazione “birra analcolica” è disciplinata dal D.P.R. del 30 giugno 1998, n. 272. L’art. 2 comma 1 stabilisce che:
“La denominazione ”birra analcolica” è riservata al prodotto con grado Plato non inferiore a 3 e non superiore a 8 e con titolo alcolometrico volumico non superiore a 1,2%”
Anche se molti consumatori spesso associano la “birra analcolica” ad un prodotto totalmente privo di alcol, secondo la normativa italiana una birra può essere definita tale se contiene fino all’1,2% di alcol in volume.
Birra 0.0% alcool: definizione commerciale
La denominazione “birra 0.0% alcool“, al contrario di quella “analcolica“, non è ancora regolamentata da una definizione giuridica a livello europeo.
Si tratta infatti di un’indicazione volontaria, che viene utilizzata per indicare l’assenza totale di alcol nel prodotto, intesa come un titolo alcolometrico pari a 0,0% vol.
In questo caso è importante che l’alcol sia totalmente assente poichè secondo quanto previsto dal Regolamento (UE) n. 1169/2011, le informazioni fornite in etichetta ai consumatori devono essere veritiere e non ingannevoli.
Esempi di etichettatura a confronto
Ecco due esempi di come potrebbero apparire le etichette di una birra analcolica e di una birra 0.0% alcool:
Esempio Etichetta 1: birra analcolica (1,0% vol.)
Denominazione di vendita: Birra analcolica
Titolo alcolometrico effettivo: 1,0% vol.
Ingredienti: Acqua, malto d’orzo, luppolo, lievito
Altro: Non adatta ai minori di 18 anni – Contiene tracce di alcol
Esempio Etichetta 2: birra 0.0% alcool
Denominazione di vendita: Bevanda a base di birra – 0.0% alcool
Titolo alcolometrico effettivo: 0,0% vol.
Ingredienti: Acqua, malto d’orzo, luppolo, lievito
Altro: Senza alcol – Ideale per chi vorrebbe bere una birra senza compromessi
Aspetti normativi da considerare per le aziende che producono birre analcoliche o birre 0.0% alcool:
Chi produce ed immette sul mercato le birre analcoliche o le birre 0.0% alcool dovrebbe prestare attenzione a diversi aspetti normativi, tra cui:
- La denominazione legale (es. “birra”, “birra analcolica”, “bevanda a base di birra”)
- Il titolo alcolometrico effettivo, anche se obbligatorio per le sole bevande con un contenuto di alcol superiore all’1,2%, per una questione di trasparenza sarebbe opportuno che venga indicato anche nella birra analcolica
- Le dichiarazioni volontarie devono rispettare i criteri di veridicità. Ad esempio “senza alcol” o “0.0% alcool” devono essere vere.
- Le normative nazionali in alcuni paesi UE potrebbero essere diverse da quelle italiane
Differenze tra birra analcolica e birra 0.0% alcool:
Caratteristica | Birra analcolica | Birra 0.0% alcool |
---|---|---|
Titolo alcolometrico effettivo | ≤ 1,2% vol. | 0,0% vol. |
Denominazione legale | “Birra analcolica” | “Bevanda a base di birra” o simili |
Alcol presente | Sì, fino all’1,2% | No |
Obbligo indicazione alcol | No ma raccomandato per trasparenza | Obbligatorio perchè indicato come “0.0%” |
Target | Consumatori che bevono poco alcol | Astemi, sportivi, guida, gravidanza, ecc. |
Conclusione
Comprendere la differenza tra birra analcolica e birra 0.0% alcool è di fondamentale importanza per evitare errori di etichettatura, nel marketing e nella conformità alle normative vigenti.
Le aziende del settore alimentare devono prestare particolare attenzione alla correttezza delle diciture riportate in etichetta sia in base alle norme nazionali che comunitarie nel caso volessero esportare i propri prodotti in altri mercati dell’Unione Europea.
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